sabato 9 giugno 2007

RICCIO "CICCIO" - Dal Corriere del Veneto dell'8 giugno 2007

Grassottello ed imbranato, fa tenerezza pensare a questo animaletto impaurito con gli aculei sfoderati al massimo per difendersi dall'assalto dei pompieri che lo hanno salvato. Certo se al posto del riccio ciccione si fosse incastrato nel cancello elettrico il leone della pubblicità sarebbe stato tuttto un altro paio di maniche


Riccio imprigionato, arrivano i pompieri
Vicenza: tagliato il cancello automatico in cui si era incastrato l'animale


Vigili del fuoco al lavoro per liberare un riccio piuttosto maldestro. E' accaduto ieri mattina, intorno alle 11, quando i pompieri sono dovuti intervenire nella zona di via Ca' Balbi a Vicenza, dopo che un residente aveva chiesto aiuto per la presenza dell'animale selvatico. Quando i soccorritori sono arrivati sul posto, hanno scoperto che il riccio era incastrato in un cancello automatico. Un po' goffamente, il mammifero si era infilato tra le sbarre metalliche senza fare i conti con il suo « girovita » , piuttosto ampio considerando la taglia media di questi animali. Passata la testina e le due zam pette anteriori, di far scivolare la pancia nella fessura non ce n'era verso. Impossibile anche tornare indietro, per via degli aculei. E così, il riccio non ha potuto far altro che rimanere sospeso, bloccato tra sbarre della cancellata.
In quella scomoda posizione l'ha trovato il padrone di casa che, non riuscendo a liberarlo, ha deciso di chiedere l'aiuto dei vigili del fuoco. I pompieri hanno lavorato a lungo, indossando guanti rinforzati per non incappare negli aculei dell'animale, ma non c'è stato nulla da fare: era incastrato.
Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, i soccorritori hanno spiegato la situazione al padrone di casa sottolineando il fatto che, se non fossero riusciti a liberarlo, il riccio sarebbe certamente morto. A quel punto l'uomo ha accettato un po' a malincuore di sacrificare la propria cancellata per salvare il mammifero. Con una mola è stata tranciata una delle sbarre e in pochi minuti l'animale è tornato libero di muoversi. Questa volta nel prato dove è stato rilasciato.

(Andrea Priante)

1 commento:

Anonimo ha detto...

In fondo tutti, almeno una volta, ci siamo sentiti come questo povero riccio: inadeguati a raggiungere l'obiettivo... E' un piacere finire sul vostro blog, intelligente e spiritoso. In bocca al lupo, Andrea Priante.
PS per John Beer: che ne dici di un'intervista? il mio indirizzo è andreapriante@libero.it