martedì 1 maggio 2007

LATTE BOMBA - Dal "Mattino di Padova" del 20 aprile 2007

La prima riga di questo articolo la dice lunga sulla consapevolezza stessa del cronista di trovarsi
"ai confini della realtà"


Latte bollito scoppia come una bomba
Schizzi fino al sof
fitto della cucina e anziana miracolosamente illesa

Questa non è una storia uscita da un film di fantascienza bensì realmente accaduta nell’appartamento alla Mandria abitato da una coppia di pensionati. Il latte in bollitura nel pentolino è schizzato in aria come un siluro facendo arrivare i suoi spruzzi fino al soffitto della cucina. Il tutto accompagnato da un botto simile ad un sibilo acuto. Solo per puro caso la padrona di casa non è rimasta ustionata al volto. Il getto bollente di latte l’ha mancata di pochi millimetri imbrattandole miracolosamente solo gli occhiali da vista prima di cadere a cascata sul pavimento e sui mobili vicini. Protagonista dell’insolito fatto è Emma Bergamo, 83 anni, residente con il marito Guido Orteschi in via Chioggia 20. Ne esce un racconto inquietante alla Unabomber, dove solo la buona sorte ha evitato il peggio. Il capofamiglia era per giunta reduce da una grave malattia. Ma diamo la parola ad Emma che si sta ancora interrogando come possa essere accaduto un episodio del genere. «Ogni mattina, appena alzata dal letto, prendo come sempre il caffèlatte. Preferendo il latte caldo lo faccio bollire, pure se qualcuno trova da ridire su questa mia scelta. Anche alle 8 di martedì scorso verso nel pentolino del latte Ala in lattina a lunga conservazione acquistato il sabato precedente in un supermercato del quartiere. Ma poi...» E qui la signora Emma entra in agitazione solo a rievocare quei momenti. «Accendo il fornello a gas e vi appoggio sopra il pentolino col latte. Dopo circa un minuto accade una cosa che io, essendo vissuta per tanti anni in campagna tra le mucche, non avrei mai immaginato potesse accadere pur avendone di latte maneggiato parecchio. Avverto dapprima come lo scoppio di un petardo, seguito a brevissima distanza da un getto bollente di latte che colpisce con forza il soffitto sfiorandomi gli occhi per fortuna protetti dalle lenti degli occhiali. Il resto è facilmente intuibile: cucina sporca di latte dappertutto ed io a farmi il segno della croce per lo scampato pericolo». Emma ha un unico rammarico: quello di avere gettato via «le due dita di latte rimaste nel pentolino». Ne ha riscaldato un altro per fare colazione con il marito a base di caffèlatte e brioche. Guido, uscito dall’ospedale la sera prima, stava in quel momento a letto. «Sembrava lo scoppio di una bomba. D’altronde le pareti della cucina sono ridotte ad un macello. Bisogna ritinteggiarle da cima a fondo» assicura. Altri soldi da spendere per un fatto che rimane un enigma. In quel latte c’era certamente qualcosa. Roba da Nas.
(Enzo Bordin)

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